All’epoca usava che le ragazze delle famiglie povere e numerose, dalle montagne venissero a servizio in città. Non che la mia famiglia fosse particolarmente abbiente, ma vitto e alloggio erano garantiti e in casa c'era bisogno di una mano. Arrivò l’Amelia: parlava per aneddoti e faceva un pollo arrosto spettacoloso.

“In paese c’era uno tipo che andava sempre in bicicletta ed era sempre ubriaco fradicio. Un giorno cadde in un fosso e da lì per attirare l’attenzione iniziò ad urlare: “Son Felice, nel bottino!!! Son Felice, nel bottino!!!”. I suoi concittadini, montanari di confine ma con il gene toscano gli rispondevano:”se sei felice allora restaci””
“In paese c’era un ragazzino che si chiamava Saverio, l’era tanto birbante e combinava un sacco di marachelle. La sua mamma però gli voleva bene, e allora gli diceva: “via Saverio, se tu mi ritrovi il mestolo per la polenta che non mi riesce di trovare allora ti perdono”. E Saverio “cercava, cercava” e dopo un po’ arrivava con il mestolo, che prima aveva nascosto. Allora la mamma gli diceva: ”hai visto, meno male che tu ci sei te, che tu mi trovi sempre tutto”.
“In paese c’era un uomo che si chiamava Minutino. Perché non aveva voglia di lavorare e quando gli chiedevano di fare qualcosa rispondeva sempre: “ora lo fo, aspetta un minutino … voglia di lavorà saltami addosso””
“Montepiano, poggio e piano, acqua pendente, bello il paese ma brutta la gente”.
bella l'Amelia!
RispondiEliminaassomiglia alla mia nonna, solo che lei parlava per proverbi e faceva la pomarola più buona del mondo...
e ti diceva di non fare malestri?
RispondiEliminaNo, ma avevo un altro nonno che diceva: "Essi bona! come diceva Natale" (le due frasi erano inscindibili)
RispondiEliminaLei invece mi ha insegnato che la casa nasconde ma non ruba, che chi non ha testa è bene abbia gambe e che fritta l'è bona anche una ciabatta...