ieri sera alle 21.00 sono andata a prato a guadagnarmi 1,5 sudatissimi crediti pao. programma di aggiornamento obbligatorio. tema dell’incontro la costruzione di un atleta. ovviamente l’argomento è talmente esteso importante difficile e impegnativo che non lo si può liquidare in un incontro di due ore e infatti gli incontri saranno tre per due ore ciascuno per un totale di 4,5 crediti che mi risolverebbero il problema di mezzo aggiornamento di quest’anno.
la costruzione di un atleta si diceva è complicata perché non si deve solo pensare alla sua crescita tecnica ma anche fisica e mentale. però bisogna ricordarsi che se uno non ha i geni giusti non diventerà mai un buon giocatore in compenso se uno ha geni giusti non è detto lo stesso che diventi un buon giocatore per esempio se trova sulla strada della sua crescita fisica tecnica e mentale un allenatore capra che non riesce a tirare fuori l’atleta che c’è in lui /lei (del giocatore, si intende). oggi oltre al fatto che non è più come prima i ragazzi non sanno saltare arrampicarsi lanciare correre quindi se abbiamo gruppi di bimbini dai 6 ai 12 anni è inutile che ci sbattiamo tanto per cercare di migliorarli tecnicamente perché loro non sanno neanche saltare arrampicarsi lanciare correre quindi prima è meglio cercare di farli stare in piedi con una palla in mano e poi cercare di farli diventare dei giocatori. inoltre lo sviluppo encefalico è molto rapido nei primi anni di vita fino agli 8 anni poi si stabilizza mentre lo sviluppo dell’apparato riproduttore segue la curva inversa cioè pressoché inesistente fino agli 8-10 anni e poi esplode insieme a brufoli e peli. questa cosa della curva inversa è molto importante ed è inutile che gli allenatori si vantino che i loro quattordicenni siano delle belve fortissime perché è solo una questione di ormoni della crescita e estrogeni. l’apprendimento può essere deduttivo cioè l’allenatore dice perfettamente quello che deve essere fatto e il giocatore lo fa e così si costruiscono tanti robottini oppure induttivo cioè gli allenamenti devono essere costruiti per mettere i giocatori davanti a quante più esperienze possibili e loro provando e riprovando quando si troveranno in partita sapranno benissimo come comportarsi. quindi ancora una volta gli allenatori si dedichino a fare i birilli e osservino se i loro giocatori riescono a evitarli o meno. ma parliamo di comunicazione un buon allenatore deve essere un buon comunicatore e la sua comunicazione verbale deve essere coerente con quella non verbale cioè non può urlare sei un imbecille mentre abbraccia il giocatore sennò il giocatore non capisce il messaggio e gli cresce l’ansia.
nel cervello di un allenatore medio intanto …
inutile che mi sforzi tanto se sono bravi è solo questione di geni e ormoni? una sega, io sono preparatissimo e so motivare i ragazzi quindi, col cazzo, che non dovrei cercare di vincere una partita ma pensare solo alla loro crescita fisica e mentale e possibilmente aiutarli a farli ragionare! ‘sta pippa, estro e fantasia, io sono bravo e voglio vincere. Intanto comincio con 1,5 crediti.
martedì 2 febbraio 2010
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